Autori: Enrico Larghero, Mariella Lombardi Ricci
Editore: Effatà Editrice
Assodato che la narrazione è di grande importanza non solo per tramandare il sapere, ma è imprescindibile per lo sviluppo dei processi cognitivi e dell’intelligenza, è facile immaginare che il suo ruolo sia altrettanto rilevante nei momenti drammatici dell’essere umano, al cospetto della sofferenza, della malattia e della vecchiaia.
In questi passaggi la persona che soffre ha bisogno di essere considerata nella sua interezza, non è soltanto un corpo malato ma un individuo con i suoi trascorsi e le sue emozioni, col suo bisogno di comunicare e di essere compreso.
Qui scende in campo la medicina narrativa e il medico cessa di essere colui che si occupa esclusivamente della malattia ma diviene nel contempo scienziato, sociologo, psicologo, filosofo, per assistere il paziente con passione, stando al suo fianco per comprendere la sua sofferenza (passione) e per aiutarlo a intraprendere il percorso migliore.
Secondo Rita Sharon, fondatrice di questa disciplina “La Medicina Narrativa fortifica la pratica clinica con la competenza narrativa per riconoscere, assorbire, metabolizzare, interpretare ed essere sensibilizzati dalle storie della malattia: aiuta medici, infermieri, operatori sociali e terapisti a migliorare l'efficacia di cura attraverso lo sviluppo della capacità di attenzione, riflessione, rappresentazione e affiliazione con i pazienti e i colleghi”.
Ma dagli anni in cui è nata questa pratica, si è fatta ancora molta strada per migliorare l’approccio medico-paziente e per trasformare il loro rapporto in una sorta di strumento utile per affrontare le cure e per fortificare chi si trova a combattere la malattia.
Nel libro “La Medicina Narrativa” di Enrico Larghero e Mariella Lombardi Ricci è possibile trovare un excursus storico per comprendere come questa dottrina, relativamente recente ma dal sapore molto antico, si sia evoluta negli anni.
Il volume, molto ricco ed esaustivo, vi aiuterà a conoscere i campi di applicazione della Medicina Narrativa e a comprendere le sue grandi potenzialità, purtroppo ancora sottovalutate e poco utilizzate.
In questo libro, che risulta veramente completo, vengono condivise anche numerose esperienze pratiche; in esse sono descritti alcuni progetti condotti in ospedali e ambulatori, sono narrati gli stati d’animo dei partecipanti e i benefici conseguiti attraverso uno stretto sodalizio, un’alleanza terapeutica nata dove troppo spesso ci sono delle barriere.
Ogni medico, infermiere, operatore, caregiver, dopo la lettura del libro ne uscirà arricchito, per poter dare il meglio di sé imparando ad ascoltare, a cogliere le sfumature, a donare attimi di pace e serenità, a infondere speranza con la condivisione di storie che si intrecciano.
Come spiega il dott. Piero Bottino in un capitolo del libro “Non si può fare una buona geriatria se non si impara a pensare in maniera narrativa, cercando dentro i racconti l’aggancio giusto per elaborare diagnosi e terapie corrette, che tengano conto non solo della patologia in atto ma anche delle abitudini, delle credenze, delle convinzioni che l’anziano porta in sé”.
Se la Medicina Narrativa è importante in geriatria, altrettanto importante lo è in pediatria in cui il bambino ha bisogno di storie e di personaggi, per esorcizzare, per trovare spiegazioni, per sconfiggere le paure, per sentirsi forte e per combattere.
A qualsiasi età ci si può avvantaggiare dal supporto della Medicina Narrativa perché essa mette al centro la persona e non la malattia, considerando i suoi trascorsi, i timori, le aspettative.
Non soltanto i pazienti potranno avere grandi benefici dall’applicazione della Medicina Narrativa, anche i medici potranno giovarsi della nascita di un rapporto più autentico e remunerativo sotto il profilo umano, in grado di controbilanciare la stanchezza, l’impegno e la fatica, aspetti che non vengono certamente ripagati dalla mera applicazione dei protocolli e della medicina difensiva.