Come lavoro

Teorie di riferimento
Approccio rogersiano centrato sul cliente (Carl Rogers)
Approccio polivagale (Stephen Porges)
Approccio umanistico-esistenziale (Rollo May)
Approccio centrato sulle emozioni e teoria sull’attaccamento (John Bowlby)


Tecniche utlizzate
Colloquio e potenziamento motivazionale (Miller - Rollnick)
Linguaggio del cambiamento (Paul Watzlawich - Giorgio Nardone)
Tecniche a mediazione corporea (training autogeno, visualizzazioni guidate)
Tecniche espressive con mediatori artistici (scritturaterapia, arteterapia, tangoterapia)

 

Lavoro seguendo un approccio integrato, in linea con le esigenze della persona, con le sue predisposizioni temperamentali e con i suoi obiettivi.
Tra i miei principali modelli teorici di riferimento c’è quello umanistico-esistenziale mediante il quale è possibile affrontare tematiche esistenziali come il senso della vita, la sofferenza, il libero arbitrio.
Questo approccio mette la centro la persona per valorizzarla e renderla artefice della propria esistenza, affiancandola in un processo di crescita e affermazione di sé, attraverso la scoperta dei talenti e lo sviluppo delle proprie risorse creative.
La definizione di “psicologia umanistica”, venne coniata nel 1962 dagli psicologi Abraham Maslow, Carl Rogers e Rollo May.
La psicologia umanistica divenne la “Terza Forza” della psicologia (un’alternativa alla psicoanalisi classica e il comportamentismo skinneriano) e prese avvio soprattutto attraverso l’opera di Rogers, secondo il quale ogni persona è naturalmente dotata della capacità di autocomprensione e autoregolazione. 

Fondamento del metodo rogersiano e della “terapia centrata sul cliente” è il concetto di essere umano dotato di capacità e risorse per comprendersi e per cambiare comportamenti e atteggiamenti nei confronti di se stesso, al fine di raggiungere un’esistenza autentica e ricca di soddisfazioni.
Secondo questa prospettiva i disagi mentali, nelle varie forme, non sono altro che una distorsione dovuta allo sforzo che l’individuo compie per attuare le proprie potenzialità.

La psicologia umanistica-esistenziale considera la complessità e peculiarità di ogni persona, in base alla quale ogni essere umano ha una propria esperienza, pensieri ed emozioni che vive e sente in modo molto personale e, in base ai quali, costruisce i propri significati e attua le proprie scelte.

Tuttavia, sentire non riguarda solo le emozioni, ma anche i bisogni, le motivazioni, i desideri, ecc., che hanno la caratteristica comune di comprendere una componente valutativa (a diversi livelli di complessità) e feedback provenienti dalla percezione dello stato corporeo complessivo.

A questo proposito, il neurofisiologo Stephen Porges ha coniato il termine Neurocezione per indicare il processo con cui i nostri circuiti neurali captano se le situazioni ambientali, o sociali, sono sicure oppure no.
A Porges dobbiamo la formulazione della Teoria polivagale, in relazione al funzionamento del sistema nervoso autonomo.
Lo psicologo orientato al modello polivagale, cerca di consapevolizzare il cliente sul funzionamento del suo sistema nervoso autonomo, con particolare attenzione al funzionamento del nervo vago. Esso in realtà è costituito da un fascio di nervi che si diramano secondo due vie: una dorsale (più arcaica e poco mielinizzata) e una vagale (più recente e più mielinizzata).
Un maggiore utlilizzo della via ventro-vagale ha buone ripercussioni sul nostro comportamento (in termini prosociali e di capacità relazionali) e inoltre influisce sul nostro stato d'animo facendoci sperimentare una sensazione di benessere e di armonia con il mondo circostante.

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