L'affaticamento cronico, fibromialgia, malattia di Lyme

L’affaticamento cronico, la cefalea, la fibromialgia e la depressione, che in molti anni non trovano risposte, potrebbero essere imputabili al cronicizzarsi della malattia di Lyme.

La malattia di Lyme (borreliosi) è una malattia di origine batterica.
L’origine del nome della malattia si riferisce alla cittadina di Lyme, nel Connecticut, dove si verificò un’epidemia di questo male, segnalata a partire dal 1975, che si manifestò con un misterioso aumento dei casi di artrite, soprattutto infantile. 
L’artrite cominciava con eritemi cutanei sul torace, addome, dorso e natiche, che si ingrandivano fino a raggiungere una dimensione variabile tra i 10 e i 50 cm, mal di testa e dolori articolari.

La causa della malattia di Lyme è un batterio spiraliforme, la Borrelia burgdorferi, chiamata così in onore al suo scopritore, Willy Burgdorfer. Il batterio infesta le zecche, le quali con una puntura possono trasmetterlo all'uomo e ad alcuni animali. I luoghi nei quali è più facile contrarla sono le zone boscose e ricche di cervi, dal momento che queste rappresentano l’habitat ideale per le zecche.

Pur essendo una malattia di orgine batterica, in Italia è poco seguita dagli infettivologi. Il più grande esperto in Italia è il dermatologo Prof. Giusto Travisan della CLINICA DERMATOLOGICA presso l’Ospedale Maggiore di Triste (Piazza Ospitale 1).
Il Prof. Trevisan è recentemente andato in pensione e il suo lavoro è stato preso in mano dalla professoressa Iris Zalaudek, ma forse a causa dei tagli della sanità pubblica i pazienti affetti da Lyme vengono ricevuti solo uno/due giorni a settimana e ci sono poche disponibilità per curare le molte persone che considerano questo centro un polo di riferimento per tutta Italia e non sono per il Friuli Venezia Giulia.

Per questo motivo molti pazienti sono costretti a rivolgersi all’estero dopo anni pellegrinaggi attraverso vari specialisti per cercare di curare i diversi sintomi che questa malattia presenta nel corso degli anni.

Il problema non è grave quando si ha la consapevolezza di essere stati punti da una zecca. In questo caso l’animale va estratto con cautela mediante l’uso di pinzette, messo in un contenitore e portato ad analizzare in un centro infettivologico. Non tutte le zecche sono infette. Qualora la zecca risultasse infetta (dopo essere stata in contatto con cervi o roditori malati) essa diviene il vettore che porta il batterio Borrelia all’uomo. L’infezione non si trasmette da essere umano a essere umano, ci deve essere sempre un vettore. Il più comune vettore è la zecca, ma potrebbe essere anche il tafano, o il piccione e c’è chi sostiene che in tempi recenti (con l’aumentare della temperatura) anche la zanzara sia diventata portatrice.