Il mestiere di scrivere - Forneri

"Uno scrittore non si riposa mai – scrivere è un modus vivendi, un modo di respirare, di guardare, di amare – e quando si ferma è aspirato dal caos, o dal caso, in cui troverà gli spunti, gli appigli –un’emozione, un pathos, un’idea – per la sua futura opera.

Scrivere è ampliare la coscienza e metterla in risonanza con il mondo e poi con il Logos portare la luce e riparare le dissonanze con nuove armonie verbali.

Chi scrive porta costantemente sulle spalle l’incongruenza del mondo, rasentando il misticismo laddove ne sentisse empaticamente il dolore: scrivere è per lui sia l’esorcismo del dolore del mondo, sia uno scudo fatto di un altro mondo, un altro verbo, un altro logos. Un’altra creazione."


Nicoletta Forneri

Costruire la felicità

 

Se si vuole costruire la felicità,
si ricordi che la stanza più grande sarà quella dell'attesa.
Jules Renard

I 5 assiomi della comunicazione

Primo assioma
“Non si può non comunicare”.  Non esiste un qualcosa che sia un non-comportamento.

Secondo assioma

“Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e un aspetto di relazione, tale che quest'ultimo categorizza il primo ed è quindi una meta-comunicazione”. All’interno di un messaggio esiste un aspetto di notizia, che comprende le informazioni date e un aspetto di relazione che riguarda invece le modalità con cui viene espressa la comunicazione (coerente, ambigua).

Terzo assioma
“La natura di una relazione dipende dalla punteggiatura delle sequenze di comunicazione tra i comunicanti”. Durante la comunicazione si produce una punteggiatura della sequenza di eventi; un modo diverso di punteggiare la sequenza produce un conflitto perché ogni parlante interpreta il proprio comportamento come conseguenza del comportamento dell'altro e mai come causa.

Quarto assioma
“La comunicazione umana è composta da codici analogici e numerici”, corrispondendo i primi prevalentemente ad aspetti relazionali e i secondi ad aspetti di contenuto.
La comunicazione analogica rappresenta ogni comunicazione non verbale (anche le posizioni del corpo, le espressioni del viso, i gesti) ed è necessaria per veicolare e definire la relazione, mentre il linguaggio numerico costituito dalle parole, che servono a scambiare informazioni e trasmettere la conoscenza, è adatto a veicolare il contenuto. L'uomo ha la necessità di cambiare di continuo i due moduli.

Quinto assioma
“Tutte le sequenze di comunicazione sono simmetriche oppure complementari, a seconda che la relazione tra i comunicanti sia basata su differenze oppure su parità”. L’interazione simmetrica è caratterizzata dall’uguaglianza, in questo caso si rispecchia il comportamento dell'altro. Il processo opposto contraddistingue l'interazione complementare, basata sulla differenza in cui si hanno due diverse posizioni, up (superiore) - down (inferiore), in cui il comportamento di uno tende a completare quello dell'altro.

Abraham Maslow, bisogni e motivazioni

Abraham Harold Maslow  (New York, 1º aprile 1908 - Menlo Park, 8 giugno 1970). È stato uno psicologo statunitense tra i più conosciuti e apprezzati del XX secolo.
È molto noto per la sua teoria sulla gerarchizzazione dei bisogni, classificati secondo una piramide, alla cui base prendono posto i bisogni innati, mentre al vertice troviamo il bisogno di autorealizzazione.
Maslow era convinto dell'importanza di concentrarsi sulle qualità positive delle persone, invece di trattarle come un "insieme di sintomi". 
La formazione in psicologia di Maslow era sperimentale-comportamentista. Al Wisconsin ha perseguito una ricerca che includeva lo studio del comportamento e sessualità dei primati.
La prima esperienza di Maslow con il comportamentismo lo lasciò con una mentalità positivista. Su raccomandazione del professor Hulsey Cason, Maslow scrisse la sua tesi di master su "apprendimento, conservazione e riproduzione di materiale verbale". Maslow considerava tale ricerca banale, ma completò la sua tesi nell'estate del 1931 ottenendo il titolo di studio. Tuttavia, non essendo soddisfatto della sua tesi, la tolse dalla biblioteca della facoltà di psicologia e ne strappò l'elenco dal catalogo.
In seguito, Maslow iniziò a mettere in discussione il modo in cui gli psicologi erano giunti alle loro conclusioni e, sebbene non fosse completamente in disaccordo, aveva le sue idee su come comprendere la mente umana. Chiamò la sua nuova disciplina psicologia umanistica.

La piramide dei bisogni di Maslow

In base agli studi di Abraham Maslow, bisogni e motivazioni hanno lo stesso significato, si strutturano in gradi, e vengono ordinati secondo una precisa gerarchia. L'innalzamento verso uno stadio superiore può avvenire solo dopo il soddisfacimento dei bisogni ai livelli più bassi.

Maslow sostiene che la base di partenza per lo studio dell'individuo è la considerazione dell'insieme dei suoi bisogni. Maslow è convinto del fatto che saper riconoscere i bisogni dell'individuo, favorisca un approccio centrato sulla persona.

Nel 1954 pubblicò "Motivazione e personalità", dove espose la teoria di una gerarchia di motivazioni che muove dalle più basse (originate da bisogni primari - fisiologici) a quelle più alte (volte alla piena realizzazione del proprio potenziale umano - autorealizzazione). Secondo tale teoria, i bisogni umani saranno soddisfatti solo un livello alla volta e si potrà salire di livello soltanto quando verranno assecondati i bisogni inferiori, per raggiungere infine la piena autorealizzazione.
In tarda età, Maslow giunse alla conclusione che l'autorealizzazione non fosse un risultato automatico della soddisfazione degli altri bisogni umani.
I bisogni umani identificati da Maslow:
  1. In fondo alla gerarchia ci sono i "Bisogni fondamentali o fisiologici" (cibo, acqua, sonno, sesso, omeostasi, secrezione).
  2. Al livello successivo c'è la "Sicurezza, ordine e stabilità". Questi due passaggi sono importanti per la sopravvivenza fisica della persona. Una volta che gli individui hanno un'alimentazione di base, un riparo e sicurezza, cercano di ottenere di più.
  3. Il terzo livello di bisogno è "Appartenenza e Amore" che sono bisogni psicologici; quando gli individui si sono presi cura di loro stessi fisicamente, sono pronti a condividere le emozioni con gli altri (famiglia, amici).
  4. Il quarto livello si raggiunge quando gli individui si sentono a proprio agio con ciò che hanno realizzato. Questo è il livello di "Stima", la necessità di essere competenti e riconosciuti, ad esempio attraverso il livello di successo o status;
  5. Poi c'è il livello "Cognitivo" in gli individui si stimolano intellettualmente ed esplorano;
  6. In seguito troviamo il livello "Estetico", che è il bisogno di armonia, ordine e piacevolezza. 
  7. Al vertice della piramide, il "Bisogno di autorealizzazione" si verifica quando gli individui raggiungono uno stato di armonia e comprensione perché sono impegnati a raggiungere il loro pieno potenziale. Quando un individuo ha raggiunto lo stato di autorealizzazione, si concentra su sé stesso e si impegna per strutturare la propria immagine. Tutto questo in termini di sentimenti quali la fiducia in sé stessi (autostima) o il raggiungimento di un obiettivo prefissato (autoefficacia).    

Profili di temperamento nei bambini

Il temperamento rappresenta una serie di caratteristiche innate, che hanno una predisposizione genetica e non sono mediate dalla cultura e dall'ambiente.

In psicologia, si definisce temperamento: “l'insieme di disposizioni comportamentali presenti sin dalla nascita le cui caratteristiche definiscono le differenze individuali nella risposta all’ambiente. Il temperamento riflette dunque una variabilità biologica” (Lingiardi, 1996).

Ogni bambino, fin dalla nascita, reagisce a certi stimoli e ne ignora altri: l’intensità e la frequenza di tali risposte definiscono il temperamento.

Thomas e Chess (1977), due studiosi statunitensi, hanno indentificato tre profili temperamentali:

  • BAMBINI FACILI
  • BAMBINI DIFFICILI
  • BAMBINI LENTI

I bambini facili sono quieti e regolari nei ritmi biologici (mantengono con facilità gli orari del sonno e della pappa), non sono ostili alle novità (per esempio un nuovo cibo, o una persona mai vista prima), si adattano facilmente ai cambiamenti (come un sapore nuovo), reagiscono moderatamente agli stimoli, e sono prevalentemente di buon umore.

I bambini difficili pssono avere fame o sonno a orari imprevedibili, stentano ad addormentarsi, detestano le novità, si adattano con fatica ai cambiamenti, reagiscono in modo eccessivamente intenso agli stimoli, e sono spesso di malumore.

I bambini lenti presentano un basso livello di attività, un iniziale fastidio di fronte alle nuove esperienze, una reattività un po’ esagerata, un umore non sempre favorevole e mostrano una certa lentezza per adeguarsi ai cambiamenti.

Personalità, temperamento, carattere

La personalità può essere definita come l'insieme delle caratteristiche dell'individuo che sono responsabili di modelli coerenti di pensare, sentire e comportarsi e che pertanto assicurano unità, coerenza, continuità e progettualità alle relazioni dell'individuo col mondo.

La personalità si struttura in maniera definitiva verso la fine dello sviluppo psicologico della persona (a fine adolescenza)  sulla base del temperamento e del carattere. Ma come possiamo definire queste due dimensioni?

Il temperamento riguarda la componente biologica innata, legata a fattori genetici.
Il termine temperamento deriva dal latino temperare e significa mescolare opportunamente. Quindi il termine temperamento si riferisce a quei tratti innati psicologici che determinano le tendenze di comportamento di una persona.

Il carattere, invece, riguarda l'insieme dei comportamenti appresi ed è quindi legato all'ambiente in cui l'individuo cresce e si sviluppa venendo influenzato dal contesto che determina in lui modificazioni legate anche al suo temperamento di base. Ogni circostanza infatti può influire in maniera differente in relazione al substrato di partenza.

È evidente che ci siano bambini che, fin dalla nascita, mostrano un umore buono e pacato, mentre ci sono bambini irrequieti, spesso di cattivo umore. C'è in loro una tendenza innata e, in seguito, in base all'ambiente che li accoglierà, impareranno a gestire - più o meno efficacemente - le emozioni che provano per integrarsi in maniera armoniosa col mondo circostante.
Ci sono bambini facili che accettano di buon grado ogni novità, mentre ci sono bambini difficili che faticano ad adattarsi ai cambiamenti e a interagire con il contesto. Ci sono bambini che si adattano con lentezza e qualche difficoltà. Sta alle figure genitoriali prima, agli insegnanti poi, accompagnarli in maniera armoniosa affinché riescano a superare le difficoltà di adattamento, imparando a gestire i cambiamenti inevitabili e ad apprezzare le belle novità, di fronte alle quali spesso mostrano riluttanza.

Che cosa significa Ecopsicologia?


Nell'ambito della psicologia ambientale, troviamo anche l'Ecopsicologia.
 
Che cos'è l'Ecopsicologia?
L’Ecopsicologia rappresenta l’incontro tra l’ecologia e la psicologia. Queste due scienze si incontrano per far fronte a un disagio. Per sopperire al vuoto che l’essere umano avverte dopo aver perso il contatto e la connessione con la Madre Terra. Rinchiudendoci sempre più in noi stessi e cercando di risolvere solo i nostri conflitti interiori, senza peraltro preoccuparci del mondo che ci circonda fatto di fauna e flora in una magnifica biodiversità, alla fine ci sentiamo sempre più vuoti e insignificanti, destabilizzati e angosciati.

Quando nasce e con quale scopo?
L’Ecopsicologia nasce agli inizi degli anni ’90 in California. Prende corpo dalla constatazione di una correlazione esistente tra il crescente disagio esistenziale e l’aumento del degrado ambientale, conseguente all’eccessivo sfruttamento delle risorse e al radicarsi di stili di vita del tutto inadeguati, nonché forieri di malesseri psicologici e fisici come la depressione, l’obesità, disturbi del sonno, della volizione e molti altri ancora.
Lo scopo è quello di far sì che gli esseri umani riprendano consapevolmente contatto con la Madre Terra, amandola e rispettandola, per il bene delle generazioni di domani, ma anche per poter ritrovare oggi la nostra interiorità in un’ottica di salute e pace interiore.

Psicologia architettonica

La psicologia architettonica è una branca della più ampia psicologia ambientale.
La psicologia architettonica si occupa di studiare l'interazione tra la persona e l'ambiente costruito (casa, scuola, ufficio...) e si pone l'obiettivo di ridurre lo stress e di migliorare il benessere, valutando attentamente le percezioni e gli stati emotivi che si generano in determinati spazi nei quali trascorriamo il nostro tempo.


Gaslighting e manipolazione mentale

Il gaslighting è una forma di manipolazione psicologica maligna, che si realizza attraverso asserzioni false, presentate alla vittima come vere. Lo scopo del manipolatore è far dubitare la sua vittima delle proprie percezioni sensoriali e della propria memoria.

Solitamente le relazioni di coppia sono più soggette al gaslighting, ma questa tipologia di abuso non è rara anche nell'ambito dei contesti familiari o di amicizia, o addirittura nei contesti lavorativi.
I carnefici sono persone che hanno generalmente un disturbi della personalità: il Disturbo narcisistico (NPD) o il Disturbo borderline (BPD).

Il termine deriva da un’opera teatrale del 1938 intitolata Gas light, della quale ci sono si due adattamenti cinematografici.
La storia narra il tentativo di un uomo di condurre sua moglie verso uno stato di follia, al fine di appropriarsi dei suoi beni di famiglia. L’uomo modifica alcuni elementi dell’ambiente domestico e nega i cambiamenti quando la moglie li nota. Facendo leva sulla scarsa memoria di lei e della sua fragilità, porta la donna a dubitare sempre di più delle proprie sensazioni e convinzioni, divenendo sempre più emotivamente instabile. Tale gioco perverso si snoda attorno alle luci a gas, affievolite per mettere la vittima in una condizione di profonda insicurezza.

La narrazione e le emozioni

Approcciandoci alla scrittura è fondamentale comprendere il valore delle emozioni, capire come esse si generano, partendo dalla comprensione dalle primarie per arrivare alle secondarie e infine ai sentimenti.

È importante comprendere come le emozioni hanno agito strutturando la personalità e come continuano a trasformarci rendendoci quello che siamo, acuendo la nostra sensibilità o il nostro cinismo.
Il Sé è probabilmente la più grande opera d’arte che non produciamo, sicuramente la più complessa. Giacché noi non creiamo un solo tipo di racconto produttore del Sé, ma molti.
Il Sé enuclea la persona nella sua totalità rispetto all’ambiente, mentre l'Io, inscritto nel Sé, è la struttura che percepisce se stessa ed entra in relazione con altre persone (con il loro Io), distinguendole come “non-Io”.

Escher

Incontri importanti: destino o casualità

Gli incontri più importanti sono già combinati dalle anime
prim'ancora che i corpi si vedano.
Paulo Coelho