Enry Miller, lo scrittore operaio

Anche la firma parla di noi

La firma può rivelare molto aspetti di una persona.
Per esempio, chi firma nella parte destra dello foglio è una persona che guarda al futuro, mentre chi firma nella parte sinistra, fatica a rinnovarsi essendo molto ancorato al passato. Chi firma senza alterare la solita scrittura è una persona che si mostra per come è veramente, mentre chi usa una firma incomprensibile ed esageratamente ampollosa, cerca di apparire agli altri in modo diverso. Chi usa nelle proprie iniziali una lettera non ampollosa e addirittura minuscola è una persona che non tende a sopravvalutarsi con gli altri, ma che lascia trapelare le proprie qualità con modestia senza ostentarle (esempio 7). Chi firma usando prima il cognome e poi il nome dà molta importanza alla famiglia di provenienza.


Più precisamente si può dire che la scrittura rivela chi siamo, mentre la firma rivela chi vorremmo essere.

Grafologia: interpretare la scrittura per capire noi stessi e gli altri

I segni della scrittura, se giustamente interpretati, possono aiutarci a capire meglio il carattere di una persona ed il suo stato d’animo. 
La dottrina che studia i segni della scrittura si chiama “grafologia”.
Scrivete alcune righe su un foglio bianco, usando una penna stilo o una sfera e poi firmate. Osservate attentamente la scrittura, prendendo in esame le caratteristiche qui presentate. Potete fare questo test su voi stessi o sui vostri amici. 

La pressione scrittoria, indica l’energia vitale. Una persona depressa e angosciata, avrà un segno debole, incerto, poco marcato (esempio 1). Al contrario una persona entusiasta e vitale avrà un tratto fermo con una certa pressione sul foglio che potrà lasciare un lieve segno nei fogli sottostanti.

La dimensione della scrittura detta “calibro della scrittura” indica la padronanza di se stessi. Una persona insicura e timida avrà un calibro di scrittura piccolo. Il calibro medio indica il giusto equilibrio, mentre un calibro eccessivamente grande (6mm per l’adulto) può indicare  un complesso di superiorità (magari conseguente a un complesso di inferiorità).
Una grafia tondeggiante indica estroversione ed apertura verso il prossimo. Una grafia eccessivamente angolosa e appuntita può indicare rigidità e durezza.

L’andamento ascendente della riga (la scrittura che tende a salire nel foglio come nell’esempio 2) indica ottimismo; mentre l’andamento discendente indica generalmente tendenza al pessimismo e alla depressione (esempio 1). Questo vale per le persone che hanno già acquisito una certa padronanza nello scrivere e non per i bambini sotto i dieci anni.

Leggere per cercare conferme e rassicurazioni

Leggere: fuga o immersione nella realtà?

Arricchimento interiore

La scrittura come terapia

Che cosa significa Ecopsicologia?


Nell'ambito della psicologia ambientale, troviamo anche l'Ecopsicologia.
 
Che cos'è l'Ecopsicologia?
L’Ecopsicologia rappresenta l’incontro tra l’ecologia e la psicologia. Queste due scienze si incontrano per far fronte a un disagio. Per sopperire al vuoto che l’essere umano avverte dopo aver perso il contatto e la connessione con la Madre Terra. Rinchiudendoci sempre più in noi stessi e cercando di risolvere solo i nostri conflitti interiori, senza peraltro preoccuparci del mondo che ci circonda fatto di fauna e flora in una magnifica biodiversità, alla fine ci sentiamo sempre più vuoti e insignificanti, destabilizzati e angosciati.

Quando nasce e con quale scopo?
L’Ecopsicologia nasce agli inizi degli anni ’90 in California. Prende corpo dalla constatazione di una correlazione esistente tra il crescente disagio esistenziale e l’aumento del degrado ambientale, conseguente all’eccessivo sfruttamento delle risorse e al radicarsi di stili di vita del tutto inadeguati, nonché forieri di malesseri psicologici e fisici come la depressione, l’obesità, disturbi del sonno, della volizione e molti altri ancora.
Lo scopo è quello di far sì che gli esseri umani riprendano consapevolmente contatto con la Madre Terra, amandola e rispettandola, per il bene delle generazioni di domani, ma anche per poter ritrovare oggi la nostra interiorità in un’ottica di salute e pace interiore.

Incontri importanti

Gli incontri più importanti sono già combinati dalle anime
prim'ancora che i corpi si vedano.
Paulo Coelho


Genio sregolatezza, arte follia

La terapia craniosacrale

La terapia craniosacrale fa parte delle terapie complementari olistiche.
I principi anatomici sui quali si fonda questo metodo sono la presenza di suture fra un osso cranico e l’altro che ne consentirebbero la mobilità; questa mobilità non sarebbe collegata alle azioni dei muscoli, ma sarebbe generata dalla fluttuazione del liquido cerebrospinale, dalla contrazione di alcune cellule del sistema nervoso centrale, dal movimento del cervello e del midollo spinale nonché dalla presenza delle meningi, che collegano il cranio al sacro.
Tutte queste componenti, in condizione di salute, si muovono in maniera armonica alternando fasi di espansione con fasi di contrazione. Sutherland chiamò tutto questo “Meccanismo Respiratorio Primario” o MRP.

I BENEFICI

Con questa metodica si interagisce con quello che il Dr. Sutherland definì il Meccanismo Respiratorio Primario, pertanto i benefici si riverberano su tutto il corpo e anche la mente. Le persone che si sottopongono alla terapia craniosacrale dichiarano di sentirsi rilassate e con la mente più lucida.

Pertanto questa tecnica può portare beneficio a chi soffre a causa di stress e iperattività, ripristinando l’equilibrio psicofisico. 
La terapia craniosacrale è molto delicata e sicura. Per questo motivo viene spesso consigliata anche in gravidanza e dopo un’operazione. La leggerezza del trattamento lla rendono adatta pure ai bambini.

La scritturaterapia e i suoi vantaggi


La scritturaterapia si fonda sul presupposto che la possibilità di esprimere le proprie emozioni funga da processo di liberazione psicologica e di approfondimento sull'identità personale.

Comprendere le proprie emozioni descrivendole e osservandole allo specchio, attraverso il processo di scrittura, diviene lenitivo per le ferite, per superare traumi, osservandoli in maniera più matura e distaccata, trovando altresì gli strumenti per superare i momenti più difficile con fermezza e volontà.

La perseveranza nella scrittura aiuta ad affermare l'autodeterminazione necessaria anche per superare momenti di difficoltà e sconforto, che spesso portano le persone a rimanere prigioniere di loro stesse.

Ippoterapia, grandi benefici

Il cavallo viene utilizzato in medicina sino dai tempi più antichi. Infatti, già diversi anni a. C., l’equitazione veniva consigliata per curare patologie di vario genere, come l’insonnia, forme di epilessia e impiegata come trattamento riabilitativo in alcuni casi di paralisi. 
Soltanto a partire dagli anni ‘50, l’ippoterapia viene riconosciuta ufficialmente dalla scienza medica.
Attualmente la riabilitazione equestre è praticata in molti paesi del mondo; in Italia viene attuata secondo un approccio globale che pone le sue basi sull’interrelazione tra persona diversamente abile, cavallo e terapista, senza escludere a priori nessun tipo di disabilità. 
L’ippoterapia è un complesso di tecniche rieducative che permette di superare danni sensoriali, cognitivi e comportamentali attraverso un’attività ludico-sportiva che si svolge a cavallo. 

A volte, erroneamente, l’ippoterapia viene considerata un mero momento ricreativo, ma questo è molto riduttivo; infatti proprio perché coinvolge il soggetto globalmente, nella sua unità di corpo e mente, la riabilitazione equestre è indicata nel trattamento di molteplici patologie: dalle paralisi cerebrali infantili a quelle centrali o periferiche conseguenti ad encefalopatie, poliomielite o ictus, dalle lesioni midollari conseguenti a traumi alla spina bifida, dalla schizofrenia, all’autismo, alle psicosi infantili, a vari disturbi sia del comportamento che dell’equilibrio.
La particolare andatura del cavallo oltre ad aiutare a rinforzare la tonicità della muscolatura, rievoca la cadenza umana, con grande beneficio per chi non è in grado di camminare. 

Lo scenario emotivo della narrazione


Il genere narrativo è caratterizzato dal coinvolgimento del fattore emozionale che si trasmette dal narratore al lettore o ascoltatore.

La narrazione non è una cronistoria, un resoconto o un elenco di eventi nel loro susseguirsi.

Nella narrazione oltre allo scenario degli accadimenti, c'è lo scenario della coscienza. Il vissuto emotivo e mentale dei protagonisti è pregnante nella storia e diviene contagioso.

Nei testi narrativi la tonalità emotiva è forte ed è in grado di innescare numerose emozioni: curiosità, divertimento, suspance... per arrivare anche a timore, smarrimento, gioia, entusiasmo...
Tutto questo alternarsi di emozioni è stimolante e infonde benessere nel lettore.
Anche lo scrittore ottiene benefici nello scrivere in quanto questo diviene un atto liberatorio.

La struttura di una opera narrativa è formata da sequenze, che talvolta corrispondono ai capitoli, ma non necessariamente.
Più in generale le sequenze narrative sono parti del testo in cui viene descritto lo svolgimento della storia col succedersi dei vari accadimenti (azioni).
Le sequenze descrittive presentano le ambientazioni e i protagonisti, introducendoli al lettore. A queste si alternano le sequenze riflessive in cui spiegate le emozioni dei personaggi, le loro gioie e le loro angosce; nelle sequenze dialogate avviene un dialogo diretto tra due o più personaggi.
I testi narrativi sono composti da una equilibrata alternanza di queste sequenze che, incastrandosi tra loro, compongono lo scheletro della storia.

Narrativa, memoria, immaginazione. Scrivere e riscrivere.

Mediante la narrativa costruiamo, ricostruiamo, in un certo senso perfino inventiamo, il nostro ieri e il nostro domani. La memoria e l'immaginazione si fondono in questo processo. Anche quando creiamo i mondi possibili della fiction, non abbandoniamo il familiare, ma lo congiuntivizziamo trasformandolo in quel che avrebbe potuto essere e in quel che potrebbe essere.
   Jerome Bruner