La psicologia positiva, Seligman

Martin Seligman, New York 1942
Il bisogno di dar vita alla psicologia positiva iniziò a farsi strada dopo la Seconda Guerra mondiale, quando si evidenziò che molte persone, in precedenza fiduciose e di successo, tendevano a divenire sfiduciate e depresse, dopo che la Guerra aveva sottratto loro i sostegni sociali, il lavoro, il denaro e lo status. Tuttavia queste problematiche, che avevano colpito un po’ tutti, non avevano le stesse pesanti ripercussioni su altri individui che, al contrario, mantenevano la loro serenità e il loro equilibrio. Da queste constatazioni nacquero interrogativi e supposizioni circa i punti di forza di chi riusciva a mantenersi forte e stabile.

Secondo il parere di Seligman, le risposte di Freud e di Jung non erano soddisfacenti. I tempi per fondare la psicologia positiva potevano considerarsi maturi.
Lo scopo fondamentale della psicologia positiva è quello di spostare il focus mirato dal riparare unicamente ciò che non funziona al costruire qualità positive orientate al benessere. 

La psicologia positiva si propone di studiare la forza e il talento che ha a che fare con il lavoro, l’educazione, il gioco, l’amore, l’introspezione, la formazione e crescita.
Per fare questo si parte dall’unicità dell’essere umano.
A livello individuale si focalizza sui tratti positivi individuali: le abilità intra e interpersonali, l’empatia, la perseveranza, la saggezza, il talento.
A livello di gruppo si focalizza sull’onestà e senso civico che spingono l’individuo a essere un buon cittadino: la responsabilità, il rispetto, l’altruismo, la civiltà, la moderazione, la tolleranza.

Narrare e scrivere per rafforzare la volizione

Il processo di verbalizzazione, come il processo di scrittura, racchiude un grande potenziale terapeutico. Mentre scriviamo ci distraiamo dai problemi anche se paradossalmente stiamo parlando proprio di questi. In realtà li vediamo con più distacco e diveniamo più obiettivi nei confronti della realtà e più capaci di intravedere soluzioni.

Narrare, oralmente o attraverso la scrittura, è un balsamo in grado di rasserenare, sia che stiamo trattando cose piacevoli o situazioni di sofferenza.
Attraverso la scrittura, attività che assorbe completamente, sviluppiamo la qualità del coinvolgimento e dell'empatia.
Scrivere con assiduità rafforza la determinazione e la volizione che rappresenta l'opposto dell'apatia.

Come spiegare le emozioni ai bambini

Ecco una scheda utile per parlare ai bambini, in maniera semplice, di emozioni.

La rappresentazione dell'albero permette di raggruppare le emozioni in:

- emozioni di fondo (in realtà corrispondono più agli stati temperamentali, cioè legati alla predisposione innata individuale)

- emozioni primarie (6 emozioni fondamentali comuni a tutte le età e tutte le culture)

- emozioni secondarie (si sviluppano sulla base delle esperienze, a partire dalle emozioni primarie o dalla combinazione di esse).