Le esperienze ottimali e il potere della gratificazione

Illustrazione di Pucci Violi
Le esperienze eudaimoniche, esperienze vissute in sintonia con la propria natura dette anche flow, esternando i propri talenti, conducono gli individui che le vivono lungo un percorso di crescita benefico, arricchente, appagante. Per questo motivo tali esperienze sono definite “esperienze ottimali”, proprio perché in grado di infondere benessere sia a livello psicologico che fisico.
Provate a pensare a pittori, scrittori, musicisti che riescono a dare il meglio di loro stessi traendo da questo una profonda gratificazione, paragonabile a uno stato di estasi.
Certamente non è necessario essere artisti a grandi livelli, ognuno di noi può trarre grandi soddisfazini e gratificazioni appassionandosi al proprio lavoro o a un hobby per il quale si prova una particolare attrattiva e si intuisce una buona predisposizione.
Anche i bambini possono provare le esperienze ottimali, nello sport, nel disegno, coltivando le loro abilità in maniera creativa.
Bisogna tenere presente che un'esperienza per essere definita ottimale, quindi in grado di apportare un beneficio psicofisico, deve essere coinvolgente a livello profondo.
Un’attività che piace solo in parte, che diventa ripetitiva e poi ossessiva, o che annoia, non è certo una esperienza ottimale.
Un’attività che inizialmente piace e non annoia, ma per la quale non si è predisposti, potrebbe richiedere un livello di sforzo esagerato e finirebbe col generare ansia.

Quindi bisogna che il livello di coinvolgimento sia alto, che ci sia una buona predisposizione di fondo (talento) in modo che non vengano richiesti livelli di sforzo eccessivi e che si possano raggiungere buoni risultati senza una fatica stremante. 
L’ansia e la noia sono sempre da evitare.
Un buon impegno che porta al miglioramento delle capacità in maniera serena possono garantire il raggiungimento di esperienze ottimali che sono un vero toccasana non solo per lo spirito, ma anche per il fisico in quanto è scientificamente dimostrato attraverso gli studi della PNEI (psico-neuro-endocrino-immunologia) che le esperienze eudaimoniche abbassano i livelli di cortisolo nel nostro organismo e ci mettono al riparo da malattie fisiche e dalla depressione.
Le persone che hanno un maggiore benessere psicofisico, anche grazie ad eventi positivi, manifestano una maggiore attivazione del corpo striato e della corteccia prefrontale, e anche minori livelli di cortisolo.
Il corpo striato e la corteccia prefrontale sono elementi del circuito dopaminergico della ricompensa in cui la dopamina è il neurotrasmettitore principale alla base di questa rete neurale. 
Una buona attivazione del circuito della ricompensa, in risposta a eventi positivi, risulta alla base del benessere e della regolazione adattiva dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene.
Le esperienze ottimali, definite nel mondo anglosassone Optimal experiences o più sinteticamente flow per indicare la profusione dell’impegno e delle abilità che come un fiume in piena sono capaci di liberarsi, quando una persona è immersa in un flusso creativo, durante il quale non si avverte stanchezza, sotto l’effetto della ricompensa con la gratificazione.

© Rossana d'Ambrosio

La nostra scrittura si evolve insieme a noi

Nella scuola elementare ci viene presentato un preciso modello scrittorio al quale ogni bambino cerca di attenersi il più possibile. Crescendo ed acquisendo una sempre maggiore dimestichezza con carta e penna, la scrittura tende a diventare via via meno anonima acquistando caratteristiche proprie e spesso anche scostandosi dal modello scrittorio.
Si pensi per esempio alla realizzazione delle lettere m e n. Molti ragazzi, crescendo tenderanno a scrivere in modo diverso (la n viene spesso scritta come una u), trasmettendo così caratteristiche di scioltezza e dinamicità. Altri ragazzi continueranno anche da adulti a scrivere la m e la n nel modo classico, sottolineando il loro bisogno di attenersi alle regole, senza trasgressioni.
Inoltre la scrittura può essere mutevole anche in base agli stati d'animo e alle condizioni di salute. Quindi essa può rivelare molto sulla nostra sofferenza.

Anche la firma parla di noi

La firma può rivelare molto aspetti di una persona.
Per esempio, chi firma nella parte destra dello foglio è una persona che guarda al futuro, mentre chi firma nella parte sinistra, fatica a rinnovarsi essendo molto ancorato al passato. Chi firma senza alterare la solita scrittura è una persona che si mostra per come è veramente, mentre chi usa una firma incomprensibile ed esageratamente ampollosa, cerca di apparire agli altri in modo diverso. Chi usa nelle proprie iniziali una lettera non ampollosa e addirittura minuscola è una persona che non tende a sopravvalutarsi con gli altri, ma che lascia trapelare le proprie qualità con modestia senza ostentarle (esempio 7).
Chi firma usando prima il cognome e poi il nome dà molta importanza alla famiglia di provenienza.


Più precisamente si può dire che la scrittura rivela chi siamo, mentre la firma rivela chi vorremmo essere.

Grafologia: interpretare la scrittura per capire noi stessi e gli altri

I segni della scrittura, se giustamente interpretati, possono aiutarci a capire meglio il carattere di una persona ed il suo stato d’animo. 
La dottrina che studia i segni della scrittura si chiama “grafologia”.
Scrivete alcune righe su un foglio bianco, usando una penna stilo o una sfera e poi firmate. Osservate attentamente la scrittura, prendendo in esame le caratteristiche qui presentate. Potete fare questo test su voi stessi o sui vostri amici. 

La pressione scrittoria, indica l’energia vitale. Una persona depressa e angosciata, avrà un segno debole, incerto, poco marcato (esempio 1). Al contrario una persona entusiasta e vitale avrà un tratto fermo con una certa pressione sul foglio che potrà lasciare un lieve segno nei fogli sottostanti.

La dimensione della scrittura detta “calibro della scrittura” indica la padronanza di se stessi. Una persona insicura e timida avrà un calibro di scrittura piccolo. Il calibro medio indica il giusto equilibrio, mentre un calibro eccessivamente grande (6mm per l’adulto) può indicare  un complesso di superiorità (magari conseguente a un complesso di inferiorità).
Una grafia tondeggiante indica estroversione ed apertura verso il prossimo. Una grafia eccessivamente angolosa e appuntita può indicare rigidità e durezza.

L’andamento ascendente della riga (la scrittura che tende a salire nel foglio come nell’esempio 2) indica ottimismo; mentre l’andamento discendente indica generalmente tendenza al pessimismo e alla depressione (esempio 1). Questo vale per le persone che hanno già acquisito una certa padronanza nello scrivere e non per i bambini sotto i dieci anni.