Ai sette tipi di intelligenza, stilati da Gardner nella sua teoria delle intelligenze multiple (1961), in seguito, lo stesso Gardner, ha aggiunto un'ottava intelligenza, quella naturalistica, relativa al riconoscimento e la classificazione di oggetti naturali.
Inoltre, ha ipotizzando la nona forma esistenza di intelligenza, quella esistenziale,
che riguarderebbe la capacità di riflettere sulle questioni
fondamentali concernenti l'esistenza e più in generale nella predisposizione in merito al ragionamento astratto, per categorie concettuali universali.
Gardner, ottava e nona forma di intelligenza
Teoria delle intelligenze multiple
Parlando di intelligenza ci si riferisce alle attività mentali volte a comprendere la realtà, elaborare percorsi logici, trovare soluzioni.
Il nome intelligenza giunge a noi dal verbo latino “intelligere” che significa capire.
Le teorizzazioni dell’intelligenza hanno oscillato fra una posizione di tipo unitario e una di tipo multiplo modulare.
Nella visione unitaria si parte dal principio che la dimensione generale dell’intelligenza, definita fattore generale g, costituirebbe il nucleo essenziale dell’intelligenza, integrato da abilità specifiche accessorie, sviluppate in seguito e legate a singoli compiti.
La teoria dell’intelligenza unitaria ha poi ceduto il passo alla teoria delle diverse forme d’intelligenza che contraddistinguono senza ombra di dubbio gli esseri umani fra loro. Infatti, mentre alcuni individui sono più abili nel linguaggio, altri presentano maggiori abilità nella matematica, nella musica, nella tecnologia.
Da queste osservazioni si è ritenuto giusto ipotizzare che le forme di intelligenza siano molte e non una soltanto. La teoria dell’intelligenza unitaria ha posto il ragionamento logico astratto come il nucleo dell’intelligenza al quale si legherebbero tutte le altre abilità.
In base alla teoria dell’intelligenza multicomponenziale, esistono funzioni cognitive ben individuabili e distinte dal pensiero logico-astratto. Lo scienziato contemporaneo Robert Sternberg (uno dei principali studiosi della materia) ha proposto una suddivisione in tre forme di intelligenza: la prima quella più astratta definita anche analitica, quella cui si sono riferite le posizioni unitarie, la seconda definita intelligenza pratica, la terza definita intelligenza creativa.
Howard Gardner, un altro studioso americano, ha fornito un’ipotesi di intelligenza multipla più variegata che comprende ben sette forme di intelligenza che identificano diverse attitudini (predisposizioni, talenti). Fra queste sette forme di intelligenza ce ne sono alcune, come la musica e l’uso del corpo, che non sono associate al nucleo dell’ipotetica intelligenza centrale.
Ecco l’elenco delle sette intelligenze. Ad ogni forma di intelligenza sono affiancate le figure che dovrebbero possederla come intelligenza dominante.
• Linguistica (letterati, scrittori, poeti, giornalisti, avvocati)
• Logico-matematica (matematici, fisici, scienziati, programmatori)
• Spaziale (architetti, scultori, pittori)
• Musicale (musicisti, cantanti)
• Corporeo-cinestetica (ballerini, atleti, giocolieri, acrobati)
• Intrapersonale (psicologi, teologi, persone meditative, ricche di introspezione)
• Interpersonale (persone predisposte a interagire con gli altri, mediare a fini umanitari, premi nobel per la pace).
Un’altra teoria alla base dell’architettura della mente, è quella che prevede una organizzazione di tipo gerarchico in cui, da un nucleo centrale, si diramano altre forme di intelligenza, ognuna delle quali costituisce un ambito a sé, ma fa comunque capo ad una forma primaria di intelligenza che governa tutte le altre. In pratica tanto più è ben radicato il fattore g (intelligenza generale primaria) tanto più è probabile che ci siano buoni talenti anche nelle altre forme di intelligenza secondaria.
Molti mettono in relazione la memoria con l’intelligenza e anche se questo può apparire sbagliato, in effetti bisogna tuttavia notare che più facilità si ha nel ricordare ciò che si è appreso, più cose si potranno apprendere e più si potrà sviluppare l’intelligenza. Infatti chi possiede maggiori informazioni, ha più strumenti per poterne apprendere altre.
Un’iperstimolazione del neonato non favorisce un maggiore sviluppo dell’intelligenza anche se, qualche decina di anni fa, lo si è ipotizzato ma poi si è compreso che un piano di iperstimolazione che si basa ovviamente su una gamma limitata di concetti, va a ridurre l’ambito esperienziale e affettivo che una famiglia presente e attenta può offrire.
Invece, negli anziani, opportune stimolazioni possono sicuramente bloccare il deterioramento dell’intelligenza fluida tipico dell’età senile.
Le teorizzazioni dell’intelligenza hanno oscillato fra una posizione di tipo unitario e una di tipo multiplo modulare.
Nella visione unitaria si parte dal principio che la dimensione generale dell’intelligenza, definita fattore generale g, costituirebbe il nucleo essenziale dell’intelligenza, integrato da abilità specifiche accessorie, sviluppate in seguito e legate a singoli compiti.
La teoria dell’intelligenza unitaria ha poi ceduto il passo alla teoria delle diverse forme d’intelligenza che contraddistinguono senza ombra di dubbio gli esseri umani fra loro. Infatti, mentre alcuni individui sono più abili nel linguaggio, altri presentano maggiori abilità nella matematica, nella musica, nella tecnologia.
Da queste osservazioni si è ritenuto giusto ipotizzare che le forme di intelligenza siano molte e non una soltanto. La teoria dell’intelligenza unitaria ha posto il ragionamento logico astratto come il nucleo dell’intelligenza al quale si legherebbero tutte le altre abilità.
In base alla teoria dell’intelligenza multicomponenziale, esistono funzioni cognitive ben individuabili e distinte dal pensiero logico-astratto. Lo scienziato contemporaneo Robert Sternberg (uno dei principali studiosi della materia) ha proposto una suddivisione in tre forme di intelligenza: la prima quella più astratta definita anche analitica, quella cui si sono riferite le posizioni unitarie, la seconda definita intelligenza pratica, la terza definita intelligenza creativa.
Howard Gardner, un altro studioso americano, ha fornito un’ipotesi di intelligenza multipla più variegata che comprende ben sette forme di intelligenza che identificano diverse attitudini (predisposizioni, talenti). Fra queste sette forme di intelligenza ce ne sono alcune, come la musica e l’uso del corpo, che non sono associate al nucleo dell’ipotetica intelligenza centrale.
Ecco l’elenco delle sette intelligenze. Ad ogni forma di intelligenza sono affiancate le figure che dovrebbero possederla come intelligenza dominante.
• Linguistica (letterati, scrittori, poeti, giornalisti, avvocati)
• Logico-matematica (matematici, fisici, scienziati, programmatori)
• Spaziale (architetti, scultori, pittori)
• Musicale (musicisti, cantanti)
• Corporeo-cinestetica (ballerini, atleti, giocolieri, acrobati)
• Intrapersonale (psicologi, teologi, persone meditative, ricche di introspezione)
• Interpersonale (persone predisposte a interagire con gli altri, mediare a fini umanitari, premi nobel per la pace).
Un’altra teoria alla base dell’architettura della mente, è quella che prevede una organizzazione di tipo gerarchico in cui, da un nucleo centrale, si diramano altre forme di intelligenza, ognuna delle quali costituisce un ambito a sé, ma fa comunque capo ad una forma primaria di intelligenza che governa tutte le altre. In pratica tanto più è ben radicato il fattore g (intelligenza generale primaria) tanto più è probabile che ci siano buoni talenti anche nelle altre forme di intelligenza secondaria.
Molti mettono in relazione la memoria con l’intelligenza e anche se questo può apparire sbagliato, in effetti bisogna tuttavia notare che più facilità si ha nel ricordare ciò che si è appreso, più cose si potranno apprendere e più si potrà sviluppare l’intelligenza. Infatti chi possiede maggiori informazioni, ha più strumenti per poterne apprendere altre.
Un’iperstimolazione del neonato non favorisce un maggiore sviluppo dell’intelligenza anche se, qualche decina di anni fa, lo si è ipotizzato ma poi si è compreso che un piano di iperstimolazione che si basa ovviamente su una gamma limitata di concetti, va a ridurre l’ambito esperienziale e affettivo che una famiglia presente e attenta può offrire.
Invece, negli anziani, opportune stimolazioni possono sicuramente bloccare il deterioramento dell’intelligenza fluida tipico dell’età senile.
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