Vivien Theodore Thomas, maestro di cardiochirurgia

Vivien Theodore Thomas
Svolgeva il lavoro di un chirurgo specializzato, ma era assunto e pagato come bidello.

Vivien Theodore Thomas (1910–1985) fu un tecnico cardiovascolare (oggi si direbbe di Emodinamica) che sviluppò negli anni ’40 la procedura per il trattamento della “Sindrome del bambino blu”. Faceva parte del gruppo di chirurgia sperimentale del Prof. Alfred Blalock alla Vanderbilt University di Nashville, Tennessee, e più tardi alla più famosa John Hopkins University di Baltimora, Maryland.
Nacque in una cittadina della Louisiana, ancora oggi tra i posti più poveri degli Stati Uniti, nipote di uno schiavo, riuscì a risalire da una situazione di povertà e di razzismo fino a diventare un pioniere della chirurgia cardiaca e un insegnante di tecniche chirurgiche per molti tra i più prominenti chirurghi del suo paese. Vivien fu il primo afro-americano a eseguire un intervento a cuore aperto su un paziente bianco negli USA.

Prima di lui un altro chirurgo afro-americano del Tennessee, Daniel Hale Williams (1858-1931) fu tra i pionieri a operare sul cuore, ma riguardò una ferita penetrante, una coltellata che James Cornish ricevette in pieno petto. Questo intervento coronato da successo, ritenuto il secondo al mondo, avvenne al Prevident Hospital di Chicago nel 1893. Questo ospedale fondato da Williams nel 1891, fu il primo ospedale senza segregazione razziale degli Stati Uniti e il primo la cui Scuola Infermieri fosse aperta anche ai non bianchi.
Williams era nato in Pennsylvania, figlio di una schiavo liberato che faceva il barbiere, ma era un vero chirurgo che aveva superato il corso di studi regolare. 
Nel 1913 diventò membro effettivo e l’unico afro-americano nell’ American College of Surgeons. Fu una figura così importante e influente, che Stevie Wonder lo ricorda nella canzone “Black song” del famoso album “Songs in the Key of Life” del 1976. Nel 2002 venne inserito nella lista dei 100 afro-americani che erano stati più importanti per la popolazione di colore. Perciò Williams esercitò la professione di chirurgo accademico nell’intento di sviluppare  e migliorare le condizioni dei neri. 
La chirurgia cardiaca all’epoca era solo la chirurgia traumatica, non quella che curava le malattie del cuore.

Thomas invece visse nell’epoca dello sviluppo delle tecniche di indagine sul cuore e i grandi vasi, cercando le soluzioni terapeutiche per le malattie letali che affliggevano soprattutto i bambini, le malformazioni congenite.
Dalla nativa Louisiana da piccolo si trasferì con la famiglia in Tennessee, dove avrebbe voluto studiare all’Università per diventare medico. Ma la Grande Depressione fece svanire i suoi piani. All’Università ci entrò ma come muratore nel 1929 alla vigilia del crollo delle Borse, ma venne presto licenziato.
Nel frattempo Thomas aveva  sposato Clara e aveva avuto due figlie. Ma Thomas tenacemente tenne fede al suo sogno di istruirsi e grazie all’aiuto di un amico nel Febbraio 1930 ebbe il posto di tecnico ricercatore chirurgico con il dr Alfred Blalock (1899 - 1964) alla Vanderbilt University di Nashville.
Al suo primo giorno di lavoro assistette il dr Blalock su un intervento sperimentale. Al termine il dr Blalock gli disse che avrebbero fatto un altro intervento il mattino seguente.
Blalock gli disse: “Vieni, addormenta l’animale e organizza l’intervento”. Dopo qualche settimana Thomas cominciava a operare da solo.
Quando le banche di Nashville fallirono portandosi via tutti i suoi risparmi pochi mesi dopo aver iniziato il lavoro con Blalock, Thomas rinunciò al sogno di laurearsi, rendendosi conto che comunque aveva uno stipendio, anche se basso, con cui mantenere la famiglia, visto il peggioramento della situazione economica per la Grande Depressione.
A metà degli anni ’30 Thomas risultava assunto e pagato come bidello, malgrado svolgesse in laboratorio il lavoro di un chirurgo specializzato.
Thomas e Blalock fecero sbalorditive ricerche sulle cause dello shock traumatico ed emorragico. Questo lavoro più tardi evolse nella ricerca sulla “Sindrome da Schiacciamento” (Crush Syndrome) e salvò la vita a migliaia di soldati durante la seconda guerra mondiale.
Con i loro esperimenti confutarono le teorie di allora sull’origine dello shock: lo shock era dovuto alla perdita di liquidi al di fuori dell’albero vascolare e doveva essere curato con la loro reintegrazione. 
Blalock con l’aiuto di Thomas riuscì a dimostrare le sue teorie in modo inconfutabile, guadagnandosi una grande fama nel campo medico dalla metà degli anni ’30 in avanti.
Proseguendo la sperimentazione sulla chirurgia cardiaca e vascolare, abbatterono molti tabù sulla chirurgia cardiaca. Fu un lavoro fondamentale per la fondazione della rivoluzionaria chirurgia che salvò tante vite umane. 
Blalock divenne uno dei chirurghi più famosi d’America, tanto che nel 1941 gli venne offerta la prestigiosa cattedra di chirurgo capo alla John Hopkins University di Baltimora. Accettò solo quando venne accolta la sua richiesta che Thomas lo potesse seguire in questa nuova sede.
Thomas si trasferì a Baltimora con la famiglia, affrontando la scarsezza di case e un livello di razzismo peggiore che a Nashville. Alla John Hopkins vigeva una rigida segregazione e gli unici neri tollerati come dipendenti erano i bidelli. Quando Thomas attraversava le aule col suo camice bianco, molti giravano il capo.
Nel 1943 mentre proseguivano le ricerche sullo shock, Blalock fu avvicinato dal nuovo cardiologo pediatrico dr Helen Taussig, che cercava una soluzione chirurgica per una complessa e fatalmente mortale malformazione cardiaca chiamata Tetralogia di Fallot, conosciuta anche come la sindrome del baby blue, dal colore cianotico dei neonati, in cui il sangue non veniva ossigenato nei polmoni. La Taussig suggerì loro cosa avrebbe dovuto essere fatto, non come, ma Blalock e Thomas capirono subito quale era la procedura da adottare, da loro già precedentemente sperimentata per altre situazioni. Thomas si impegnò duramente in questo lavoro e quando si rese conto che la procedura che aveva adottato non era letale, persuase Blalock  che poteva eseguirla con sicurezza sui bambini. Anche se sapeva benissimo che all’epoca non gli era permesso operare sui pazienti, cionondimeno volle accompagnare e assistere in sala operatoria Blalock durante l’intervento.
Il 29 novembre 1944 la procedura venne eseguita per la prima volta su una bimba di 18 mesi, Eileen Saxon: le sue labbra e le sue dita erano blu scuro, mentre il resto del corpo era blu pallido. Riusciva a fare solo pochi passi prima di mettersi a tossire forte. Durante l’intervento Blalock chiese a Thomas di salire in piedi su uno sgabello e stare sopra la sua spalla e di guidarlo passo passo in tutta la procedura. Il risultato non fu soddisfacente, avendo prolungato la vita della bambina solo di alcuni mesi.
In seguito venne operata una bambina di 11 anni con successo. Poi il terzo, un bimbo di 6 anni che alla fine dell’intervento aveva riavuto come d’incanto un normale colore della pelle. Questi tre casi costituirono una comunicazione al giornale dell’American Medical Association (JAMA), firmata da Blalock e Taussig. Thomas non ricevette alcuna menzione in esso.
La notizia sbalordì il mondo, rese famosissimi Blalock e il John Hopkins Hospital. Di Thomas non venne fatto alcun accenno. Nel giro di un anno, l’operazione venne conosciuta come l’intervento di Blalock-Taussig ed eseguita su oltre 200 pazienti giunti da tutti gli Stati Uniti. 
Thomas continuò a lavorare allo studio di altre malformazioni cardio-vascolari come la trasposizione dei grossi vasi, sempre a  fianco di Blalock, che ne ammirava la perizia chirurgica. Oltre alla sperimentazione continuò nell’insegnamento, formando una nuova generazione di grandi cardio-chirurghi che lo ammiravano e che negli anni ammisero la grandezza dei suoi insegnamenti, come Denton Cooley (che nel 1968 eseguì il primo trapianto di cuore in America). Ma malgrado il riconoscimento della sua attività come ricercatore e insegnante Thomas non aveva un buon stipendio. Talora doveva integrare il salario con lavori extra, come fare il barista, spesso ai parties dati da Blalock. Gli capitava di offrire da bere a gente cui in mattinata aveva insegnato la chirurgia. Alla fine per interessamento di Blalock divenne il tecnico più pagato al John Hopkins dal 1946, e di gran lunga l’afro-americano più pagato dalle istituzioni americane.
L’approccio di Blalock al problema razziale di Thomas fu complicato e contraddittorio nei 34 anni di collaborazione. Da una parte parteggiava e difendeva le aspirazioni di Thomas nei confronti dell’Università e dei suoi colleghi e insisteva perché lo accompagnasse in sala operatoria durante le prime operazioni per baby blue, anche se non era ufficialmente permesso. Dall’altra c’erano dei limiti alla sua tolleranza specie quando si trattava di richieste di aumenti di stipendio, di riconoscimenti accademici e di ruolo sociale fuori dal lavoro.
Dopo la morte di Blalock nel 1964 all’età di 65 anni, Thomas rimase al John Hopkins altri 15 anni con il titolo di Direttore dei Laboratori di Ricerca Chirurgica, istruendo altri tecnici afro-americani e anche il dott. Watkins, il primo cardio-chirurgo nero con cui sviluppò l’uso del defibrillatore.
Negli anni ebbe molti riconoscimenti per l’apprezzata opera di chirurgia sperimentale che svolse prima a Nashville e poi a Baltimora. Uno dei più significativi avvenne nel 1968 quando i cardio-chirurghi che lui formò e che nel frattempo erano diventati capi di dipartimenti chirurgici, si accordarono per commissionare un ritratto a olio di Thomas che poi fecero appendere vicino a quello di Blalock nell’atrio dell’Alfred Blalock Clinical Sciences Building.
Nel 1976 la John Hopkins University propose a Thomas un dottorato ad honorem, che per i motivi razziali che potete ben intuire, che fu in Legge e non in Medicina! Per lo meno questo gli consentì di essere ciamato Dottore senza usurpare il titolo. Ma lui aveva sognato per tutta la vita di essere un dottore in Medicina.
Nel 1979 andò in pensione e cominciò a scrivere un’autobiografia che però comparve solo per pochi giorni dopo la sua morte avvenuta nel 1985. Poi, soltanto nel 1989 la sua storia venne divulgata al pubblico da un articolo di una scrittrice che ne era venuta a conoscenza. Il titolo dell’articolo era ”Like Something the Lord Made” che vuol dire “Come se lo avesse fatto il Signore”. Questo era un commento che Blalock espresse meravigliato dall’abilità chirurgica di Thomas. 
Sicuramente, Thomas ci ha lasciato un’eredità incancellabile, sia come scienziato che come educatore. Grazie a lui è stata fatta una tappa fondamentale nello sviluppo della cardio-chirurgia. Quanti bambini gli devono la vita! Eppure nessuno ricorda che si sia mai lamentato per la discriminazione, le ingiustizie e anche l’invidia di cui era stato fatto bersaglio.

articolo scritto dal dott. Andrea Coda per Vivacemente3

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