Il concetto di malattia secondo la naturopatia

Nelle medicine naturali il termine "malattia" viene sostituito da quello di"squilibrio" che corrisponde meglio al concetto di mancato stato di benessere psico-fisico-sociale di un individuo o di una comunità.
L’uomo è un sistema aperto e non può prescindere dall’interazione con altri sistemi e con l’ambiente circostante.
Non sono i sintomi a definire la malattia o, perlomeno, la loro importanza è relativa all’oggetto di quanto il corpo vuole comunicare, ma è la mancata armonia tra le parti costitutive dell’essere umano, che ha bisogno di comprendere se stesso e di essere compreso dal suo prossimo. L’esperienza terrena abbraccia la vita del singolo e altrettanto quella della comunità. La storia ci dimostra infatti che, accanto al percorso individuale della persona, esiste l’evoluzione spirituale dell’umanità, che  viene segnata dalla comparsa e la scomparsa di determinate malattie in epoche diverse. 

È dall’incomprensione che si genera la vera malattia, dalla quale l’uomo dipende, restando in essa intrappolato.
Le diverse schiavitù mentali ci inducono ad inventare un malessere, a cui possiamo decidere di sottometterci o reagire, riconoscendo i poteri straordinari che si agitano in noi.
La malattia dunque non è un castigo divino, tanto è vero che fin dai tempi di Ippocrate (V-IV sec. a.C.), si è compreso che è il risultato di un “disordine della natura”, la cui causa risiede nell’individuo che non rispetta le sue leggi intrinseche.  
L’uomo è l’essere vivente più fragile e maggiormente soggetto ad ammalarsi. Osservando il mondo animale, si nota una crescente predisposizione alla malattia in rapporto alla scala evolutiva; gli animali superiori si ammalano più facilmente di quelli inferiori. L’essere umano, inoltre, non solo si ammala con facilità, ma diffonde egli stesso l’affezione intorno a sé, come dimostrano le problematiche ecologiche.

La malattia è una componente essenziale della natura umana e rientra inevitabilmente nel suo destino terreno. In questo senso perde il suo significato negativo e si mostra nel suo aspetto di esperienza conoscitiva, di incontro con il diverso e il nuovo, da cui l’uomo ne esce arricchito di poteri vitali.
Quando un individuo incorre in una malattia infettiva, ravvisa un certo smarrimento interno, dovuto all’abbassamento del livello di controllo del suo sistema immunitario. Questa situazione di crisi è una transizione da un vecchio e superato stato di equilibrio, fino ad un prossimo da conseguire e l’evolversi positivo nello stato di salute dipende dall’intervento rafforzativo che l’uomo effettua sul proprio Io.
Quando alcune cellule del nostro organismo perdono la capacità di contattare le altre cellule della propria famiglia, vi è l’esempio analogo al modello sociale di anarchia. In questo sconvolgimento si genera l’atrofia di alcune parti a favore dello sviluppo smisurato di altre e l’armonia, nella sua totalità, viene compromessa. L’unità dell’individuo si incrina ed il sano rapporto con le forze del mondo esterno viene turbato.
Al disturbo interno si aggiunge il danno proveniente dall’ambiente estrinseco, che è stato malamente elaborato da un organismo indebolito o compromesso. Le funzioni organiche sono destabilizzate, si abbassano le difese e subentrano i fenomeni secondari, quali per esempio l’infezione da batteri. 

Lungo il decorso della malattia, l’uomo, sorretto dalla volontà del suo Io spirituale, compie notevoli sforzi nella lotta contro il dolore, in ragione della sopravvivenza. Proprio la sofferenza è il più importante nutrimento dell’anima e lo stimolo per ricorrere alle proprie energie migliori. Esercitandole e rafforzandole a sufficienza si stimola il sistema immunitario ed è possibile porre termine al patimento ed arrivare alla guarigione.  
Se il patologico rientra nell’essenza dell’uomo, costituzionalmente sano, il fatto diviene concepibile in un’ottica di rinnovo delle proprie forze vitali per il conseguimento di un’armonia superiore. La malattia, vissuta in questo senso, trova la sua giustificazione, dal momento che accompagna l’uomo nel suo percorso evolutivo.
Così, alcune malattie possono funzionare, in modo positivo, per l’evoluzione biografica* (vedi nota a pie’ di pagina). È il caso delle malattie esantematiche infantili, il cui superamento permette un rimodellamento della corporeità ricevuta alla nascita e non più confacente alle nuove esigenze individuali. 
Dalla guarigione da tali malattie dipende il cambiamento della personalità e l’acquisizione di diverse capacità fisiche e psichiche del bambino.
Concludendo, in generale si può dire che la condizione di salute non è mai statica; essa consiste in una dinamica in cui è evidente, sotto ogni aspetto, la precarietà dell’equilibrio dell’uomo, senza la quale non potrebbe esistere il suo sviluppo e la sua evoluzione.


*evoluzione biografica = secondo il pensiero antroposofico esiste un aspetto biografico delle malattie e dei sintomi, in quanto si sostiene che essi siano determinanti ai fini dell’evoluzione somatica, psichica e spirituale dell’individuo e delle varie comunità.

Luciana Cossa, naturopata
luciana56.cossa@gmail.com

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