Riuso e creatività

Oggi la nuova tendenza è: vivere vintage(1). 
E questa non è soltanto una moda, ma una sana abitudine creativa, la sola che potrà salvarci dall’annegare tra i rifiuti.
Quindi imparate a non gettar via ciò che non ci serve più, ma provate a riadattarlo, ripararlo, modificarlo, reinterpretarlo, personalizzarlo con fantasia e perché no: venderlo!
Impatto: si ridurrà il problema dello smaltimento dei rifiuti e l’impatto sull’ambiente sarà più sostenibile.
Consigli per gli acquisti: non inseguire l’ultimo modello e l’ultima moda, ma provare a personalizzare ciò che abbiamo, per distinguerci e migliorarci!
Lo spreco è diventata la nota più volgare della società dove si preferisce acquistare un nuovo oggetto, piuttosto che riparare ciò che si ha, inseguendo sempre l’ultima novità anche quando questa non lo è affatto (magari è stato rinnovato solo lo spot promozionale).
Al flusso di consumismo continuo e indiscriminato si accompagna un deleterio impatto anche in termini di rifiuti, sempre più ingombranti e difficili da gestire. Ma c’è chi preferisce fare come gli struzzi e non pensare all’ammasso di rifiuti stipati in qualche luogo lontano dagli occhi, senza valutare che prima poi, noi e soprattutto i nostri figli, ne resteremo travolti.


Per quanto si promuovano campagne di sensibilizzazione verso la raccolta differenziata, questo non è affatto sufficiente ad arginare il problema. Infatti andrebbero promulgate leggi che impongano la riduzione degli imballi e inoltre andrebbero vietate alle aziende produttrici quelle assurde campagne promozionali in base alle quali costa molto meno comprare un oggetto nuovo che un pezzo di ricambio o un accessorio. Si pensi ad esempio alle stampanti: molte volte costa meno la stampante con le cartucce d’inchiostro in dotazione, rispetto alle cartucce di ricambio. Queste politiche che portano al parossismo dei consumi, andrebbero assolutamente proibite o quantomeno calmierate da opportune leggi a favore del rispetto dell’ambiente. Poiché questo non viene imposto a livello istituzionale, resta nelle mani del singolo cittadino consapevole, la sola possibilità di proteggere l’ambiente, attraverso uno stile di vita responsabile.
Proprio in questa ottica, all’avanzata inesorabile dell’immondizia, si può opporre una forza, uno stile, una filosofia di vita chiamata “vintage” o “riuso”.
La moda vintage attribuisce valore ad oggetti del passato per ragioni legate a fenomeni culturali o di costume, oggetti che in qualche caso diventano persino di culto! Eppure vintage può essere più di un oggetto usato, trovato in un mercatino o tra le cianfrusaglie della nonna: può diventare un metodo di consumo basato sul piacere di rivalutare l’oggetto dismesso ridandogli una nuova vita, magari personalizzandolo, riadattandolo, interpretandolo a modo proprio rendendolo un pezzo unico. 
Qui non si parla solo di borsette anni ’70 e vecchi giradischi, ma di un fenomeno che può investire tutti i campi del consumo: il riuso è, per dirne una, un tema da sempre caro all’architettura, popolare nell’arte contemporanea e vincente nel design! 
Tavoli ricavati da antiche porte in legno massello, cabine telefoniche che diventano librerie, teiere della nonna che diventano lampade, vecchi oggetti che diventano complementi d’arredo di raffinato design. Se desiderate far parte dei consumatori che promuovono lo sviluppo sostenibile, attenetevi alle tre regole d’oro per il consumo vintage:

1. Cercate tra l’usato: divertitevi visitando i mercatini per andare a caccia di oggetti originali, troverete l’affare giusto per voi.

2. Non buttate tutto: valutate la possibilità di reinventarvi gli oggetti rinnovandoli e magari cambiando addirittura il loro utilizzo; questo consente, oltre che di ridurre gli sprechi, anche di possedere oggetti e capi unici che si distinguono per creatività!.

3. Qualora qualche oggetto non lo riteniate più adatto a voi, provate a venderlo a un mercatino, troverete l’amatore!

Il termine VINTAGE è stato preso dal linguaggio enologico; significa “vendemmia, raccolto delle uve” ed è stata usata per definire alcuni vini d’annata difficilmente reperibili. Nell’uso comune del termine è entrato a far parte del nostro linguaggio per indicare articoli e oggetti d’annata, vecchi e quindi non facilmente trovabili.
Nell’ambito dell’abbigliamento la parola VINTAGE sta ad indicare un capo usato, di seconda mano, anche se talvolta ci troviamo davanti a capi OLD-NEW che sono abiti vecchi di anni ma ancora con l’etichetta e quindi ancora mai indossati.

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