Comprendere come comunicano tra loro le cellule per sconfiggere il cancro

Quando le cellule sane danno a se stesse, al proprio interno, normali messaggi proliferativi (mi serve quella proteina, abbassa questo, alza quest'altro), in realtà attuano esattamente trasporti di massa dal punto di vista molecolare. I loro messaggi non sono telefonate, sono molecole che vanno da un punto all'altro e quando arrivano a destinazione si attaccano a qualcosa, un gene o un enzima, e gli dicono accenditi oppure fai questa determinata cosa.
Io credo che quando si ha il cancro, questo trasporto delle informazioni avvenga in maniera sregolata, che il "sistema postale" all'interno della cellula non sia più lo stesso e certi messaggi vengano amplificati: qualche volta chissà perché il postino anziché portare una lettera ne fa diecimila copie e le distribuisce in giro. Altre volte, invece, non porta più la lettera e la fa a pezzi. Oppure sceglie di recapitare una certa lettera e ne rifiuta un'altra, creando il caos, destabilizzando l'intelligenza centrale della cellula. Questo scombussolamento complessivo noi lo chiamiamo cancro.
In condizioni normali le cellule sono perfettamente capaci di vedere se stanno bene o se stanno dando i numeri, cioè se cominciano a fare cose in forma patologica. Dispongono cioè di veri e propri controllori interni e quando si rendono conto che stano diventando pericolose per le cellule vicine, si suicidano. Questa è la cosiddetta apoptosi cellulare: la morte programmata. Tutte le cellule sanno che devono morire dopo un certo numero di cicli riproduttivi.
(...)
Il cancro fa parte della nostra vita, tutti noi abbiamo il cancro, centinaia, forse migliaia di volte, nel corso della nostra esistenza. Se mi guardassi dentro, adesso, potrei avere anche cento cancri. Grazie al cielo, però, il sistema immunologico è generalmente capace di trovarli, fermarli, ucciderli. Succede in continuazione.

Tratto dal libro "Il male curabile" di Michele Cucuzza.
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